L’imprevisto prima dell’incoronazione

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La notte prima dell’incoronazione

Arriva finalmente il momento tanto atteso: la posa dei diademi sull’icona della sacra effigie. Un momento al quale pensavo spesso. Anche con paura. Non la nascondo la mia paura…. “Andra bene o no? Non staranno diritti i diademi sul capo della Madonna e del Bambinello? E se qualcosa va di storto?” Erano le mie domande. “Al momento della posa non si puo sbagliare! Tutto deve andare nel verso giusto! Mi facevo coraggio cosi… E cosi il 26 luglio mi attrezzo di una valigetta piena di utensili per la lavorazione e parto per la Polonia.

L’imprevisto

Dopo la conferenza stampa, eccolo il momento della prova: la posa dei diademi. La paura va a mille! Entriamo nella cappella, il quadro della Madonna era lì, l’avevano già scesa, c’erano tutti i responsabili del Santuario. Mi aspettavano per la posa dei diademi. Alla luce delle lampade accese riconoscevo i visi dell’Arcivescovo Metropolita di Częstochowa, Monsignor Depo Waclaw, del Padre Generale dell’Ordine dei Paolini, Padre Arnold Chrapkowski, del custode dei beni del Santuario, Padre Stanislaw Rudzinski, del Priore del Monastero di Jasna Góra, Padre Marian Waligóra, quello di Padre Michal Legan. Mi avvicino alla sacra effigie, poggio la mia mano sull’icona e bacio la Madonna. Guardo il viso della Madonna in modo fisso quasi come se volessi il suo permesso per metterle i diademi. Aiutato da mio figlio Antonio, prendiamo le corone ed iniziamo la posa. Ed eccolo spuntare l’imprevisto! Lo sapevo che sarebbe arrivato! Qualcosa comincia a non andare per il verso giusto in quanto in precedenza non era stato facile prendere le misure perfette sulle asole alle quali dovevano incastrarsi i diademi. C’erano dei punti adesso che non corrispondevano piu agli agganci. Avevo cautelativamente gia previsto la possibilità che si potesse presentare questo problema: dietro le corone avevo lasciato le astine di aggancio piu lunghe, in modo tale da avere la possibilità di intervenire opportunamente. Con gli attrezzi che avevo portato ci mettemmo subito all’opera. Ero concentratissimo, sudavo molto, ricordo che mio figlio con un fazzolettino mi asciugava il sudore e mi diceva: “Tranquillo! Papa, tutto andrà bene”. Detta da lui quella frase… In un momento di grande tensione, quelle parole mi davano una carica straordinaria. Con il trapano iniziamo a bucare ed allargare le astine che dovevano sorreggere i diademi. I visi dei presenti sembravano non tradire la meraviglia. Io, pero, ero nel panico! Almeno otto prove tra perforazioni e misurazione ci sono volute per centrare al millimetro il tutto. Finalmente dopo circa un’ora di lavoro, il tutto corrispondeva alla perfezione, la Madonna era pronta con i nuovi diademi per essere collocata nel suo altare. Io rinascevo. Mentre alcuni tra i Padri addetti riponevano l’icona sull’altare, noi controllavamo la simulazione dell’apertura che sarebbe avvenuta la mattina dopo, alle sei. L’operazione dell’apertura, per fortuna, avveniva come su una base di velluto, nessuna difficolta; ci abbracciavamo gioiosi come se avessimo vinto una partita di pallone, come bambini; trattenni a fatica, anche questa volta, le lacrime. Io vincevo la mia gara con me stesso. La notte tra il 26 e il 27 luglio 2017 non la scorderò mai: ho avuto giusto il tempo di riposare qualche minuto. Non ho dormito perché l’appuntamento delle sei del mattino mi teneva sveglio: la Madonna si sarebbe mostrata al mondo con i nuovi diademi. Pensavo e ripensavo, sdraiato a letto, a quel momento.