L’opera custodisce una Spina della corona del Cristo.
Discorso Michele Affidato alla presentazione dell’opera:
Con grande piacere ho accolto la richiesta dei responsabili del Santuario e della Sacra Spina e di tutta la comunità parrocchiale di Petilia Policastro, che mi hanno commissionato un Reliquiario, dove poter custodire la reliquia di una spina della corona del Cristo. Dopo la progettazione di vari grafici e attento studio, il progetto del Reliquiario è stato concepito con l’intento di creare non solo un porta Reliquia, ma un’opera che artisticamente rappresentasse la storia stessa e precisamente la prova del fuoco, cui fu sottoposta la Sacra Spina. Il lavoro è iniziato con la modellazione in cera delle varie figure da rappresentare. Creata la base di forma semi quadrata, si è sovrapposta centralmente la figura dell’Arcivescovo di S. Severina Mons. Giulio Santoro, che nella mano sinistra regge il pastorale, mentre nella mano destra tiene la Spina, che con gesto ampio e solenne, lascia cadere nel braciere acceso ai suoi piedi. Sui lati invece, sono raffigurati due monaci, inginocchiati, con un calice nelle mani. A tergo di queste sculture, si alza un tronco sul quale si intrecciano tralci di viti lavorate a rilievo. Il tronco prosegue e finisce in una raggiera, sempre in argento, ma laminata in oro 18 kt. Al centro della Raggiera, è stato predisposto un vano di forma ovale, dove viene alloggiata la Reliquia, circondata da una corona di spine e una ghiera tempestata di pietre colore rosso. Intorno a tutto questo lavoro, si evidenziano vari angioletti, che miscelati in una composizione di motivi floreali, trattengono l’alloggio della Santa Spina. Impostate e realizzate tutte le forme di cera, si è proceduti alla fusione. Per ricavare i modelli ottenuti con il sistema della fusione a cera persa, sono stati necessari tredici colate, che insieme tra loro, hanno fatto nascere quest’opera di circa 10 kg. d’argento, alta 93 cm. e larga 45cm. Al Reliquario è stata eseguita una particolare lavorazione di rifinitura, per darne il più possibile le forme ai bassi rilievi. Sono stati impiegati tre mesi di lavoro, tra progettazione, lavorazione e montaggio, per completare il Reliquario, che ho realizzato grazie anche all’aiuto dei miei collaboratori. In quest’opera ho voluto esprimere tutta la mia capacità e professionalità artistica, realizzando l’opera con cura minuziosa, innanzitutto come atto di fede, ma anche come ringraziamento nei confronti di nostro Signore per il bel dono che mi ha dato nel creare opere di arte Sacra e per la forza continua che mi trasmette in ogni mia creazione. Per questo il 18 di Febbraio 2004, insieme ai responsabili del Santuario, il Sindaco ed una grande presenza di fedeli Petilini giunti a Roma da ogni parte d’Italia, abbiamo avuto il piacere di vivere l’emozione di presentare e fare benedire il Reliquario da sua Santità Giovanni Paolo II.
Dichiarazione Don Bernardino Mongelluzzi:
Giornata indimenticabile!
Un’avventura iniziata il 7 marzo del 2002 con la raccolta dell’oro per la realizzazione di un nuovo reliquiario in cui riporre la S. Spina, ha trovato il suo epilogo mercoledì 18 febbraio u.s. nell’aula Nervi in Vaticano quando è stato presentato la nuova opera al S. Padre Giovanni Paolo II . Un nutrito gruppo di pellegrini provenienti da Petilia, da Roma, da Genova e da Milano, dopo aver viaggiato per tutta al notte, alle otto la mattina si sono prima ritrovati nella basilica di San Pietro per artecipare alla liturgia Eucaristica concelebrata da Don Bernardino, Don Pasquale e P. Toscano all’altare della Cattedra e rinnovare la professione di fede quale atto della invitta fedeltà a Cristo, alla Chiesa e a Pietro Vicario di Cristo e capo visibile della Chiesa. Alle nove in punto tutti nell’aula Paolo VI cercava di conquistarsi il posto migliore per poter vedere il più vicino possibile il Santo Padre, che alle ore 10.30 ha fatto il suo ingresso in aula, un brivido di emozione,commozione e soggezione ha percorso i presenti dinanzi ad un uomo piagato nel corpo, carico di sofferenza ma che si staglia come una colonna nel panorama mondiale quale instancabile profeta di pace e di amore. Un grido di gioia si è levato nell’aula quando è stato salutato il gruppo dei pellegrini petilini, ma ancora più forte il grido e scrosciante il battimano è stato quando il S. Padre ha alzato la mano per benedire la nuova opera, realizzata dall’orafo crotonese Michele affidato che ha saputo tradurre e scolpire nell’argento con arte mirabile, e accettare in dono il quadro al Papa da parte dei fedeli e dall’Amministrazione Comunale di Petilia rappresentata dal Sindaco.
Don Bernardino Mongelluzzi