Tutto ha inizio con un incontro in occasione di una mia visita al Santuario dei Czestochowa

Vi racconto la mia storia

Tutto comincio da uno sguardo ricco di dolcezza e di forza insieme, da un sorriso, come lo sguardo, dolce e forte, da una voce ora tonante ora vibrante: quelli di Giovanni Paolo II. Le nostre strade si sono incrociate piu e piu volte, in Vaticano ma non solo. E lui il filo rosso che mi ha portato a Maria di Częstochowa, attraverso il cui volto, come in un gioco di dissolvenze, rivedevo quello di Maria di Capocolonna. Volto a me carissimo quest’ultimo per tanti motivi: perché da sempre molto vicino alla vita della Chiesa, da tantissimi anni membro del Comitato organizzatore del mese mariano, perché piu volte ho offerto le mie cure artistiche e infine perché come tutti i crotonesi, sento di essere Suo figlio. Nella vita l’impensabile diventa realtà. Mai avrei immaginato minimamente che un giorno sarei stato proprio io a realizzare i nuovi diademi per la Madonna di Cezstochowa. Ho sempre visto la figura della Madonna di Częstochowa come un’icona molto somigliante a quella della Madonna di Capocolonna, alla quale sono particolarmente legato da una forte venerazione.nEntrambe sono due Madonne Nere. Cominciai a conoscere la Madonna di Częstochowa dal lontano 1982, quando Papa Giovanni Paolo II fece visita a Crotone. In quella occasione gli fu donata una tavolozza dove erano raffigurate la Madonna di Capocolonna e quella di Częstochowa con una scritta “Una Mater Multi Filii – Una Madre Molti Figli”. Mi rimase impressa questa frase perché gia da allora vedevo la Madonna di Czestohowa come una Madonna molto vicino alla nostra e mi piaceva anche tanto come icona. Nel mio percorso artistico, appassionato sin da piccolo non solo alla creazione di gioielli ma anche alla realizzazione di opere di arte sacra, iniziai a creare alcune opere che da subito sono state apprezzate. Infatti una delle mie prime opere composta da due diademi in oro fu presentata in Vaticano a Giovanni Paolo II per la benedizione. Tante sono le opere di arte sacra che ho realizzato fino ad oggi.

L’incontro con Papa Giovanni Paolo II

Il mio percorso in Vaticano comincia proprio da un incontro con Giovanni Paolo II. Da lì inizia la mia ascesa nella creazione di opere di arte sacra che mi hanno visto al fianco degli ultimi tre Pontefici. Per Papa Benedetto e per Papa Francesco ho anche realizzato il relativo stemma papale. In tutto questo e stata importante la mia frequentazione di Monsignor Piero Marini, allora Cerimoniere del Papa e di Monsignor Paolo De Nicolo, allora Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, persone molto vicine a Giovanni Paolo II, con le quali ho avuto e continuo ad avere un rapporto connotato da una profonda stima ed amicizia. Fu proprio Giovanni Paolo II – dicevo – che mi fece scoprire il culto della Madonna di Częstochowa. In occasione della benedizione dei diademi realizzati per la Madonna del Carmine in Crotone abbiamo donato, insieme a Monsignor Luigi Cantafora, allora Parroco in quella Chiesa e oggi Vescovo a Lamezia Terme, al Santo Padre un’icona della Madonna di Capocolonna, da me realizzata. Il Pontefice, dopo aver benedetto l’opera, ci regalo un quadro della Madonna di Częstochowa. Cosa inusuale questo dono, perché solitamente il Santo Padre non regalava icone. In quell’occasione, pero, lo fece. Rimasi colpito da questa bellissima icona che gia conoscevo e che mi ricordava anche la visita di Wojtyla a Crotone. Ancora una volta Maria di Częstochowa mi veniva incontro. Da quel giorno e rimasta ancor di piu impressa in me la bellezza di quell’icona. Dopo la morte di Giovanni Paolo II, ogni volta che mi capitava di osservarla, vedevo in quell’immagine la Madonna del Papa, di un Papa che e stato un grande pellegrino di pace e che ho avuto il piacere di incontrare diverse volte in Vaticano, uomo che rimane sempre un punto di riferimento nella mia preghiera. La sera in cui Papa Giovanni Paolo II mori, appena appresa la notizia, chiamai Don Bernardino…. “Don Bernardino – gli dissi – il nostro Papa ci ha lasciato…”. “Si rispose con voce commossa – vieni in Basilica; ci stiamo riunendoper pregare!” Accorsi e, dopo aver pregato nella veglia organizzata nel Duomo di Crotone, tornai a casa con una grande tristezza. Per tutta la notte continuai ad avere sempre di fronte a me lo sguardo di Papa Wojtyla, proprio quello sguardo che incrociai in occasione della benedizione del reliquario della Sacra Spina. Dopo la sua morte, ogni qualvolta mi soffermavo sull’ icona di Maria di Częstochowa, la sua bellezza mi rapiva: era qualcosa che mi apparteneva e in lei, come in un gioco di dissolvenze, continuavo a vedere il suo volto. Il tempo passa ed ancora adesso mi ritrovo a rileggere o vivere eventi che si incrociano con la Madonna di Częstochowa, Maria di Capocolonna e Giovanni Paolo II.

L’incontro con Lech Walesa, Premio Nobel per la pace

Come non ricordare uno di questi in particolare? Rammento quello legato al mio incontro con Lech Walesa, nel suo viaggio ufficiale in Italia, voluto anche dalla Regione Calabria. Questi arrivo a Santa Severina, un magnifico borgo, scrigno di arte e cultura, vicino a Crotone. Premio Nobel per la Pace, venuto a conoscenza che in quell’occasione ci sarebbe stata anche la consegna di un’opera realizzata da un artista che, a sua volta, aveva conosciuto ed incontrato piu volte il suo amico Giovanni Paolo II, autorizzo subito il servizio di sicurezza che lo scortava a consentirmi un incontro con lui. Cosi avvenne che in forma strettamente privata, alla presenza dell’Arcivescovo di Crotone – S. Severina, Monsignor Domenico Graziani, incontrai il Presidente polacco. Fu una conversazione cordiale e all’insegna dell’amicizia, certamente garantita dalla conoscenza comune di un personaggio della statura di Papa Wojtyla. Fu un dono gradito dal Presidente Walesa, il quale ne commento la fattura per molti minuti, decantando la bellezza delle icone in generale e di quella avuta in omaggio in particolare.

L’incontro con Katarzyna Anna Moscinska

Alcuni anni fa conobbi una ragazza polacca, Katarzyna Anna Moscinska, moglie di un mio caro amico, Giovanni, che da alcuni anni viveva in Calabria. Katarzyna gia conosceva tutto il mio passato e sapeva del mio percorso intrecciatosi spesso a quello di Giovanni Paolo II. Un giorno, nel dialogare, parlammo sia della sua venerazione verso la Madonna di Częstochowa che della mia verso la Madonna di Capocolonna ma anche verso la Madonna di Częstochowa e della mia ammirazione verso Giovanni Paolo II. Rimase molto colpita dalla nostra conversazione: le raccontai tutto quello che avevo vissuto nella mia vita e le dissi di aver sentito sempre presente la Madonna polacca e Giovanni Paolo II. Mi invito: “Michele, vieni a Częstochowa! Io sono nata vicino al Santuario, credo che la Madonna voglia una tua visita!”.

Il primo viaggio al Santuario di Częstochowa

Insieme a mia moglie, a mio figlio Antonio e ad alcuni amici, mi recai a Częstochowa; li ci aspettavano Katarzyna e Giovanni, che ci accompagnarono al Santuario di Jasna Góra, dove viene custodita e venerata la Madonna di Częstochowa. L’impatto fu veramente forte. I presupposti c’erano già tutti, del resto: io desideravo vedere quel luogo e, soprattutto, vedere dal vivo l’icona della Madonna polacca. Entrammo in un grandissimo Santuario e trovammo in una sala, dove ci aspettava, Padre Jan Golonka, precedente custode dei beni del Santuario. Nel darci il benvenuto, dopo essersi presentato, comincio a farci vedere alcune opere esposte delle teche del Santuario, compreso alcuni paramenti di Giovanni Paolo II che il Pontefice aveva lasciato a Częstochowa in una delle sue visite. Visitammo il “Museo del Secentenario”, dove sono custoditi importanti opere di arte sacra e le varie vesti della Madonna. Padre Golonka ammiro un nostro catalogo di alcune opere di arte sacra da me realizzate, che avevo fatto stampare per l’occasione, con la descrizione in lingua polacca. Nel mentre arrivo Padre Lukasz Buzun, che assomigliava tanto a Carol Wojtila. Ci colpi subito la sua bellezza e la sua somiglianza al Papa polacco. Da subito ci fece sentire a nostro agio facendoci accomodare nella Biblioteca di Jasna Góra, che custodisce importante scritture; in quel luogo sono passati importanti personaggi tra cui Wojtyla, Raztinger, Kennedy. Tutti loro hanno firmato sullo stesso registro su cui i Padri Paolini hanno voluto che registrassi anch’io il mio passaggio. Non credevo alle mie orecchie quando mi dissero di firmare anch’io su quel libro: una firma che, mi onoro di pensare, rimarra custodita per sempre in quel libro che racconta una parte della storia degli uomini di questa Terra. Padre Lukasz Buzun ci racconto della vita del Santuario, del culto della Madonna facendoci ammirare alcuni libri. In particolare sottolineo la memoria storica del Santuario, la capacita, coltivata in quel luogo, di conservare tali e tanti tesori. Nell’occasione consegnai, come mio dono, un’icona della Madonna di Capocolonna; il dono fu gradito. Una bella foto, vicino all’immagine della Madonna Nera di Polonia, immortalo l’incontro. Dopo l’incontro, ci accompagnarono alla cappella della Madonna polacca: da lontano intravvedevo la famosa icona, che appariva e spariva tra le sbarre della cancellata. Mi emozionai e, presa per mano mia moglie, mi avvicinai. La commozione fu tanta. Affidai a Maria le mie preghiere. Mi sentivo vicino a colei che già sentivo anche la mia Madonna.nNel corso di quella visita appresi che nel 2017 in Polonia ci sarebbe stato un grande evento nella ricorrenza del trecentesimo anniversario dell’incoronazione avvenuta con i diademi donati da Papa Clemente XI; mi dissero che ci sarebbe stata una grande festa riconosciuta anche dal Parlamento polacco. Nel dialogare successivamente con i miei amici, Katarzyna mi specifico: “Ci sara un evento bellissimo nel 2017 in quanto, in occasione del trecentesimo anniversario della prima incoronazione della Madonna di Częstochowa, saranno realizzati i suoi diademi, quelli che le rubarono! Erano proprio quelli che furono donati da Papa Clemente XI. Nel 1909 furono purtroppo trafugati e mai piu ritrovati. In seguito furono posti sul capo di Maria di Częstochowa vari diademi regalati alla Madonna; tra questi anche uno, donatole da Papa Giovanni Paolo II. Michele, se questi diademi che dovranno ora essere ridisegnati e rifatti dopo trecento anni da quell’ incoronazione che possiamo definire papale, li potessi realizzare tu, proprio tu. Se questo sogno potesse avverarsi…io credo che per tanti motivi, primo fra tutti il tuo percorso di vita, saresti proprio tu la persona giusta per realizzare i nuovi diademi!”. Finito il nostro viaggio, ritornammo a casa. Dopo alcuni giorni, per telefono, Katarzyna mi chiamo e mi disse che i Padri Paolini erano rimasti molto contenti del nostro incontro ed entusiasti della mia persona. Infatti le comunicarono che per il 2017 avrebbero realizzato una nuova cappella dedicata a Giovanni Paolo II e che mi avrebbero sicuramente dato l’incarico di realizzare qualche opera. Io ero contento di tutto questo ma …Il mio sogno era quello di realizzare i diademi per la Madonna. Intanto dal Santuario di Częstochowa andarono via sia Padre Jan Golonka che il Priore Padre Lukasz Buzun, nominato quest’ultimo Vescovo di Kalisz. In una dei messaggi che Katarzyna aveva ricevuto dai Padri le fu comunicato che i nuovi responsabili del Santuario stavano valutando cosa farsi per la ricorrenza del trecentesimo anniversario di quella incoronazione e che il nuovo custode dei beni del Santuario di Jasna Góra sarebbe stato Padre Stanislaw Rudzinski, poi divenuto per me l’interlocutore con cui mi confrontavo per portare avanti la realizzazione dei diademi. Una mattina, mentre lavoravo nel mio laboratorio, squillo il telefono. Era Katarzyna che mi diceva: “Michele, ho incontrato i Padri ed ho parlato loro dei diademi; ho detto che tu potevi essere la persona giusta per realizzarli. Mi hanno ascoltata ma non si sono espressi…”. Una domenica pomeriggio squillo il telefono e, finalmente, eccolo il momento tanto atteso; Katarzyna, dall’altra parte del filo, mi dice trepidante: “Michele, Padre Stanislaw Rudzinski mi ha chiamato, vuole invitarti al Santuario, vuole incontrarti, desidera farti ammirare da vicino i diademi attuali della Madonna. Vorrebbe che tu li guardassi e prendessi le misure per proporre un progetto!”. Dopo questa telefonata, infatti, mi arrivo da parte di Padre Stanislaw Rudzinski una mail. Conteneva un biglietto recante il seguente testo: Progetto di ricostruzione delle corone della Madonna di Częstochowa, rubate nel 1909. Anche se ancora non avevo certezze, avvertii in me una sensazione di gioia, di iniziale riconoscimento da parte dei Padri Paolini, presi un’immagine della Madonna che avevo nel portafoglio e la guardai quasi come per chiedere a lei cosa stesse succedendo. Contattato subito il mio Arcivescovo Domenico Graziani e informatolo di tutto quello che mi stava succedendo, subito entusiasta per questo invito che i Padri Paolini mi avevano formulato,a me che balbettavo: “Eccellenza, per me sarebbe un sogno poter realizzare i diademi per la Madonna di Częstochowa!”, rispose: “Michelino, sicuramente la Madonna sa gia chi deve scegliere; il tempo ti dara una risposta.”. Per il mio Arcivescovo ero Michelino da sempre; era cosi che mi chiamava sin dalla mia infanzia e poi anche dopo, quando mi incrociava al tempo in cui ero seminarista. Gia dai tempi del mio primo viaggio a Częstochowa avevo dato notizia di quanto mi stesse succedendo ad alcuni sacerdoti crotonesi, incaricati, per i ruoli loro affidati, in modo specifico e puntuale del culto della Madonna di Capocolonna. Questi, Don Serafino Parisi, Vicario Episcopale e Rettore della Basilica Cattedrale di Crotone, Don Pancrazio Limina, Presidente del Capitolo della Cattedrale di Crotone che tutti a Crotone chiamiamo Don Ezio, Don Bernardino Mongelluzzi, Rettore del Santuario di Capocolonna, appreso il tutto, subito mi rinnovarono la loro amicizia e mi assicurarono il loro supporto teologico e l’offerta delle loro competenze ecclesiologiche.