Fasi della realizzazione dei diademi e primo incontro con i Padri Paolini, al Santuario di Jasna Gora per la prova di misurazione dei diademi

Fasi della realizzazione dei diademi e primo incontro con i Padri Paolini, al Santuario di Jasna Gora per la prova di misurazione dei diademi

Inizio dei lavori per la realizzazione dei diademi

Iniziavano cosi i lavori dei diademi. La mia bottega assumeva sempre più i contorni di un’antica fucina: non c’erano più orari di lavoro. Lavoravo senza sosta, di notte, di giorno, tutte le domeniche. La mia concentrazione era così alta che non riuscivo a distogliermi dal lavoro. Sentivo e sapevo chenl’incarico era talmente importante che non potevo mancare di presentarmi al momento della consegna in modo umanamente ineccepibile. Volevo che questa creazione dicesse in modo chiaro e inequivocabile della mia passione per le opere che stavo per realizzare e dicesse soprattutto di tutta la mia consapevolezza di firmare, con responsabilità e tratto filiale, una pagina di storia legata sia al culto della Madonna di Częstochowa che a quello della Madonna di Capocolonna, la mia Madonna! I diademi cominciano a prendere forma, tra fusioni del metallo, sbalzi, creazione di castoni e stelle. Cominciano a vedersi i diademi, seppur nella forma grezza. Nasce l’esigenza di ritornare in Polonia per l’ultima misurazione prima di definire tutto il lavoro.

Il quarto viaggio al Santuario di Częstochowa

Ad accompagnarmi il 21 marzo 2017 e il corresponsabile del progetto Monsignor Pancrazio Limina. Arrivati a Częstochowa, ci accolgono il custode dei beni del Santuario di Jasna Góra, Padre Stanislaw Rudzinski, e Padre Michal Legan. Dopo la Santa Messa, celebrata proprio nella cappella della Madonna da Monsignor Pancrazio Limina, dopo la cena con tutti i frati del Santuario, nella tarda notte ci siamo recati nella cappella dietro l’altare dove viene custodita l’icona della Madonna.nAd aspettarci il Padre Generale dell’ordine dei Paolini, Padre Arnold Chrapkowski, il Priore del Santuario di Jasna Góra, Padre Marian Waligóra, il cerimoniere Padre Albert Szustak, il Provincialend’America, quello d’Australia e diversi responsabili del Santuario di Jasna Góra. Si respira un clima d’attesa crescente: infatti, in un clima di profonda commozione l’icona e stata con gran cura prelevata dall’altare e delicatamente adagiata nel coro della cappella interna della comunità. Un’esperienza che vivevo per la seconda volta con la stessa commozione della prima. Gli occhi Maria di Częstochowa mi interrogavano nel corso dell’operazione: come un bambino, le ho promesso tutto il mio impegno, tutta la mia cura. Nello stesso tempo misuravo, studiavo e cercavo di metterci tutta la delicatezza possibile nell’operazione, quasi a non far male a Maria, come se fosse viva, in carne e ossa. Questa volta, pero, era un po’ diverso dalla prima. Cosi sentivo. Riuscivo a “vedere” gia sul capo della Madonna e del Bambinello completati i diademi che erano nati sul tavolo del mio laboratorio, a Crotone.

I miei dubbi

Rientrati da Częstochowa per la quarta volta, i lavori ripresero con fervore. E con questi i momenti di intima riflessione. Un giorno, in particolare, mi trovai da solo in laboratorio; sul banco di lavoro c’erano i diademi e l’immagine di Giovanni Paolo II. A quest’ultimo domandai: “Perché io? Perchè hanno scelto me? Cosa ho io per meritarmi questo incarico?” E continuai: “La Chiesa di Jasna Góra e i Polacchi mi stanno affidando il loro bene più prezioso. Ce la farò? Riuscirò a portare a termine questo lavoro e lasciare tutti contenti artisticamente?” Intanto le giornate passavano ed il mio pensiero, oltre che andare alla realizzazione dei diademi, andava all’organizzazione del gemellaggio tra i Santuari della Madonna di Capocolonna e quello di Maria di Częstochowa. Anche per questo secondo impegno ero ansioso ma determinato a realizzarlo e, al contempo, molto felice di poter fare qualcosa per la mia Madonna e per la mia citta. Volevo fortemente che questo gemellaggio avvenisse. Sentivo che era importante. Il lavoro proseguiva incessantemente e i diademi prendevano sempre più forma: i primi castoni con pietre di topazi azzurri, le stelle tutte tempestate con incastonatura a pavè con altri topazi azzurri, il fissaggio di centinaia di perle sulla parte bassa dei diademi e il montaggio degli angeli sui lati dei diademi che abbiamo dipinto con particolari smalti a fuoco. Realizzare un’opera non significa farla solo materialmente ma capire e dare la giusta proporzione nelle forme e giocare con rilievi che possano riflettere e dare la giusta luce. Mi domandavo se tutto quello che avevo realizzato rispondeva alla mia logica di lavorazione. Le risposte sarebbero arrivate solo quando avrei posato le corone sull’icona. Mancavano poche settimane per la celebrazione del gemellaggio programmato strategicamente per le festività mariane del 2017, esattamente per il 18 maggio, giorno in cui Giovanni Paolo II festeggiava il compleanno. Inoltre Papa Francesco aveva concesso la benedizione dei diademi fissando l’appuntamento per il giorno prima del gemellaggio. Una serie di scadenze che mi toglievano il sonno!